Tabarroni, Ildebrando (ricostruzione)
Maestranze emiliane (costruzione)
Notizie storiche:
XIV – XIX (proprietà intero bene)
Nel luogo detto “La Canonica” sorgeva l’antica chiesa di S. Giacomo di Gabbiano, sottoposta come la maggior parte delle chiese del territorio al plebanato di San Pietro di Sambro fino all’erezione della nuova pieve di Monzuno, alla cui cura fu sottoposta anche S. Giacomo di Gabbiano; alla metà dell’Ottocento si registrava la sua appartenenza alla cura di Loiano.
1378 – 1675 (preesistenze intero bene)
Il primo impianto della chiesa risale al XIV secolo: appare nel 1378 nel campione della Mensa Arcivescovile.
La chiesa antica sorgeva poco discosta dall’attuale, più a monte, fra due piccoli corsi d’acqua, lontano dal caseggiato.
1675 – 1777 (rifacimento intero bene)
Nel 1675 l’antica chiesa, in rovina, fu restaurata dal parroco del tempo, don Gio. Giacomo Nanni, a sue spese.
Tuttavia tre anni dopo, nel 1678, un terremoto divise i due edifici di chiesa e canonica e quattro mesi più tardi una frana abbatté entrambe le costruzioni.
La sede parrocchiale fu allora spostata di un quarto di miglio, presso un piccolo oratorio a Pallarè insufficiente per la popolazione; il vescovo Boncompagni promise di recarsi sul posto per ripristinare la situazione ma morì prima di poter adempiere la sua promessa.
Intervenne di nuovo il parroco e, con il concorso della popolazione, all’inizio del Settecento fu ricostruita una nuova chiesa con campanile e cimitero.
L’edificio, lungo 28 piedi, largo 14 e alto 18, con soffitto a travi, ha un solo altare. Il coro dietro l’altare maggiore fungeva anche da sagrestia, prima dell’edificazione della nuova sagrestia voluta dal parroco don Francesco Ferrari.
Un secolo più tardi, nel 1777, la chiesa, minacciava di nuovo rovina
1921 – 1923 (rifacimento intero bene)
La chiesa attuale fu completamente ridisegnata e ampliata nel 1921 su progetto dell’ingegner Ildebrando Tabarroni che propose un’architettura neogotica, secondo i dettami dell’eclettismo otto-novecentesco.
La chiesa infatti presenta particolarità tipologiche totalmente estranee all’architettura emiliana e molto più prossime ai caratteri degli edifici oltremontani e una singolare facciata in stile gotico francese.
1947 (ristrutturazione intero bene)
Secondo quanto recita una lapide affissa alla controfacciata la chiesa fu colpita da un bombardamento durante la seconda guerra mondiale e restaurata nel 1947.
Descrizione
La chiesa di San Giacomo di Gabbiano sorge sulle pendici del Monte Venere, all’interno di un piccolo nucleo di abitazioni civili.
Presenta un’architettura neogotica estranea alla tradizione emiliana, con facciata e fianchi caratterizzati da elementi verticali culminanti in guglie, aperture ogivali e contrafforti.
L’interno è parimenti caratterizzato da archi e volte a ogiva con costoloni, coerente in ogni sua parte, privo di decorazioni.
Contesto
La chiesa di San Giacomo affaccia su un piazzale in parte asfaltato e in parte sterrato che digrada verso la via Monte Castello, alle pendici di Monte Venere. E’ prossima ad un piccolo nucleo di abitazioni civili in parte moderne e in parte rurali inserite in un contesto in parte prativo e in parte boschivo. La sua posizione e le sue proporzioni ne fanno un elemento di valenza panoramica. La chiesa è orientata.
Impianto planivolumetrico
L’aula liturgica è parte di una aggregazione verticale con il campanile innestato sulla facciata e la cui base funge da endonartece insieme ai locali laterali.
La chiesa è contigua alla casa parrocchiale che sorge alla sua sinistra, collegata all’edificio sacro unicamente attraverso un elemento di raccordo, collocato a metà del fianco sinistro della chiesa e che non dà accesso all’aula ma che costituisce l’ingresso della casa a fianco.
Esterno
La facciata della chiesa è preceduta da una corta strada secondaria che sale da via Monte Castello e costituisce parte del sagrato in asfalto dell’edificio sacro; sulla sinistra un piazzale in parte sterrato e in parte prativo completa lo spazio antistante la chiesa.
La facciata a salienti è caratterizzata da un netto slancio verticale degli elementi strutturali e decorativi collocati specularmente rispetto alla linea di simmetria.
E’ ritmata da pilastri centrali e lesene laterali che la suddividono in tre specchiature non omogenee corrispondenti alla navata centrale e alla profondità delle cappelle laterali; sia i pilastri che le lesene terminano in alto in pinnacoli scanalati collocati alla base degli spioventi del tetto.
Nella specchiatura centrale si innesta il portale strombato con lunetta ogivale e cuspide in sommità, anch’esso affiancato da lesene culminanti in alto con pinnacoli scanalati.
Sopra la cuspide si disegna il profilo di una alta monofora anch’essa a ogiva, strombata, tamponata, nella quale si apre un oculo.
Nelle due specchiature laterali si ripete il motivo della finestra strombata tamponata con oculo in alto.
Spezzano il ritmo ascendente degli elementi verticali di facciata due cornicioni che avvolgono rispettivamente le lesene, le specchiature laterali e i pilastri centrali e, più sopra, le sole specchiature senza tornare a spezzare il ritmo verticale di pilastri e lesene.
La facciata è intonacata e finita a pittura in ogni sua parte; il colore giallo paglierino caratterizza tutti gli elementi di spicco – lesene, strombature, pinnacoli – e il bianco è usato come colore di fondo delle specchiature e delle tamponature delle finestre.
Lateralmente si ripete il motivo dei pilastri verticali che scandiscono i lati dell’aula definendo il passo delle cappelle interne prive di finestratura.
Emerge su entrambi i lati il volume dei grandi cappelloni laterali al presbiterio e che, in esterno, si configurano come un transetto tronco con una grande bifora nel solo lato sinistro. Il volume dell’abside è chiaramente riconoscibile e ripete la geometria poligonale dell’interno, con contrafforti a sezione ottagonale agli angoli e due monofore ogivali. I fianchi e l’abside sono pressoché privi di intonaco.
Pianta
Pianta ad aula con cappelle laterali e abside poligonale, orientata.
Interni
Sotto al campanile un locale costituisce l’endonartece della chiesa, voltato a crociera, alla cui sinistra si apre la sagrestia, con altare proprio, e alla destra un ripostiglio.
Si entra in chiesa attraverso un unico portale a due ante che culmina, in alto, con una cornice a ogiva; il tutto è sormontato da una bifora a sesto acuto che affaccia sull’interno del campanile.
L’arco acuto è il tema dominante di tutta l’architettura dell’interno.
La chiesa è pavimentata a mattonelle di cemento esagonali coerenti con la datazione della chiesa.
Le pareti dell’intero edificio sono intonacate e dipinte in rosa.
Ritmano lo spazio della navata due campate separate da paraste che hanno addossate, ai lati, due colonne; le paraste sono intonacate e tinte in rosa più scuro rispetto al colore delle pareti, le colonnine sono tinte in beige.
Complessi capitelli lavorati a gesso bianco sormontano l’insieme di parasta e colonnine.
Lungo le pareti si aprono due brevi cappelle per lato e due aperture maggiori ai lati del presbiterio costituiscono una sorta di transetto poco profondo.
Le cappelle di sinistra ospitano due altari a muro, le due cappelle speculari di destra ospitano rispettivamente un confessionale e un altare.
Il presbiterio è separato dall’area riservata all’assemblea da una balaustra in ferro battuto e rialzato da tre gradini in pietra grigia; l’altare antico è ulteriormente rialzato da un altro gradino.
Il presbiterio è pavimentato con mattonelle rettangolari a colori alternati.
Ai lati della struttura dell’altare antico due tende chiudono l’accesso al fondo del coro, piuttosto profondo, a pianta poligonale.
Le cappelle laterali sono cieche; il presbiterio è illuminato da una grande bifora che si apre sulla sinistra; a destra le corrisponde una finta finestra.
Due monofore danno luce al coro.
La navata e le cappelle laterali hanno volte a crociera costolonate la cui struttura è sottolineata dal colore beige dei costoloni che prosegue idealmente il ritmo ascendente delle colonnine addossate alle paraste.
Le campate della navata e dunque le crociere hanno un passo più breve rispetto alla crociera soprastante il presbiterio, parimenti voltata a crociera costolonata, a pianta pressoché quadrata.
Le volte delle due cappellone laterali al presbiterio sono anch’esse a vela costolonata e allo stesso modo costoloni marcati dalla tinta beige scandiscono le partizioni del catino absidale del profondo coro.
Il ritmo ascendente delle colonnine che separano gli spicchi ogivali del coro è interrotto da altri piccoli capitelli in gesso bianco dai quali partono i costoloni della volta.
Impianto strutturale
Struttura portante in pietra e laterizio.
Apparati liturgici
Assemblea ordinata a battaglione su due file di panche e sedie volte verso il presbiterio e disposte conformemente al volume dell’aula.
Altre sedie sono presenti nelle cappelle laterali; nei cappelloni ai lati del presbiterio sono presenti sedie e panche posizionate in senso trasversale, verso l’altare centrale.
L’altare preconciliare, rialzato rispetto al piano del presbiterio di tre gradini, è collocato sul fondo del presbiterio; è completo di pedana, fondale, gradini d’altare e tabernacolo.
L’altare post conciliare è mobile, in legno, ed è collocato al centro del presbiterio.
Il tabernacolo in uso è ancora quello antico.
L’ambone a consolle, in legno, è posizionato a cornu evangelii.
Il confessionale è posizionato nella prima cappella destra.
Adeguamento liturgico
Altare – aggiunta arredo (1970 circa)
Aggiunta dell’altare post conciliare, mobile, in legno, al centro del presbiterio.
ambone – aggiunta arredo (1990 circa)
Ambone in legno verniciato collocato nell’angolo sinistro del presbiterio.