Vado (a)
TOMO IV (da pag 187)
Comune unito all'altro di Brigadèllo, e Parrocchia con titolo di Arcipretatura foggetta al plebanato di Caprara.
Il fuo titolare è S. Giovanni Battifta, ed alla famiglia Poggi appartiene il diritto di collazione.
Anime 295 divife in 61 famiglie formano la fua popolazione, che fembra non godere il beneficio di un aria falubre, afcendendo il numero de' morti adulti a quattro all'anno.
Monte Rumici, S. Nicolò della Gugliàra, e Ignàno fono le parrocchie che quesfta contornano.
Hà nel fuo parrocchiale diftretto tre Oratori, e raccoglie nel fuo Territorio di Tufo, di arena, di faffi fluviatili a ftrato, e di poca Creta composfto; molta e cattiva Uva, poche Caftagne, non molta Frutta, pochi bofchi a legna, molto Carbone, pochiffimo Fieno, e poco pafcolo da riftretti fuoi terreni a fodo, il fegno delle Canape, molta Seta, tre mifure per ogni femente dal Grano, e cinque di marzatelli e Segale che vi feminano.
Vi fono un Molinaro, due Calzolari, due Falegnami, tre Sarti, oltre un Ofteria e Macelleria antico refiduo della fua maggiore grandezza e popolazione, che aveva nè fecoli paffati, allorchè era uno de' popolati e forti Caftelli del Contado fituato e fortificato da un alta Torre, unitamente a Brigadèllo fituato nella oppofta parte, guardando il paffo di quà e di là dalla SETTA, per impedire le fcorrerie de' fazionarj all'ufo di que' tempi, ne' quali laceranfi tra loro fteffi gl'Italiano per il pazzo fanatifmo de' partiti ecclefiaftico ed imperiale.
Evvi un folo borghetto, cioè Vado con la parrocchiale, Ofteria, Beccaria, e Molino di Famiglie 4.
Efifteva Vado nel nono Secolo, ed anneffo fuo era Gugliàra in allora Villa detta Cucurana; da un Diploma confervato nell'archivio de' R.R. Canonici di Parma da noi rincontrato nel 1760, e riportato ancora dal celebre Muratori (nota 191), rilevafi quanto afferiamo.
Fu emanto detto diploma da CARLO CRASSO nell'887 in favore di Wicbodo Vefcovi di Parma, e Wulgunda, o Golgonda, Abbadeffa, a quali confermò tutto ciò che da Pontefici romani, dall'Arcivefcovo di Ravenna, o da Vefcovi bolognefi loro era ftato donato, o dati in enfiteufi, a livello, o in altro modo in tutta la Pentapoli, e nella Romagna: potrebbe ciò rendere incerta la fituazione de' fondi da effi poffeduti in bolognefe, che rigorofamente parlando non era ne nella Pentapoli, ne in Romagna, quando la nomina de' luoghi tutti nel bolognefe efiftenti nol confermaffe, e la foggiunta nello fteffo diploma poco più avanti fatta con daffe luogo a fofpettare che poteffero ancora avere appartenuto detti fondi, o qualcuno di effi all'Abbadia di Nonantola.
Da quel tempo al 1288 non fi ha più contezza di Vado, almeno non ci fon capitate memorie dello fteffo tra le tante aftratte dagl'Archivj, ne' quali ci fiamo immerfi per ben fervire il Pubblico in quefta noftra, qualunque fiafi, fatica.
Rilevafi dalla memoria a detto tempo appartenente, che Vado ha avuto i fuoi facoltifi abitanti e nobili di Contado, e probabilmente furon tutti della famiglia de' Panici, e tra quefti vi fù un Trepaldo di Simone, e fuoi eredi (nota 192), un di cui difcendente fù nel 131 trà i fatti citare da ENRICO VII come riblelle all'Impero (nota 193).
Fece di tutto il fuo un dono all'Ofpitale di Livergnano, dedicandofi altrefì in perfona col fuo fervigio al medefimo, nel 1291, alli 13 di Decembre Uguzzone di Ubertino da Vado (nota 194).
Fù nel 1323 prima viditata e poi decretato ad effere demolita dal Configlio di Bologna la Ròcca di Vado (nota 195), nel di cui territorio erano fparfe ed erette altre torri, cioè a dire contigue alle cafe de' nobili di Contado, come rilefavi da una memoria appartenente al 1311 8nota 196).
Con più chiarezza rilevafi l'efiftenza in Vado de' Conti da Pànico, da un iftromento di compra confervato nell'Archivio di S. Francefco e rogato da Giacomo Francoli, poichè fi fa in effo memoria di due Signore maritate in cafa Lambertini, cioè Margarita del Co. Verardo da Vado, e fi foggiunge, o fia da Panico, e Betifia di Ugolino da Vado.
Già fi moftrò da noi all'articolo Monzòne, che fù Vado dichiarato feudo della famiglia Manzoli nel 1510 (nota 197).
Come fia ita la faccenda in quanto al titolare di quefta Chiefa, che in antico appartenne al plebanato di Pànico, come fi hà dall'elenco del 1366, non fappiamo dirlo, certo è, che, come abbiam detto nelle note indietro, nel 1408 era S.Biagio, e nel 1331 alli 13 di Aprile per teftamento (nota 198) il Conte Raniero del Co.Bonifacio da Pànico lafcia alla Chiesa di S. Stefano e S. Biagio della Ròcca di Vado ogni anno in perpetuo corbe 4 di Grano.
Note:
- (a) - Fuori di Porta S. Stefano, e non di Saragozza come afficura il Montieri, 14 Miglia lontano da Bologna fulla deftra fponda del fiume SETTA.
- 191 - Murat. An. Med. Aev. Tom.I, col.921 ..."vel in antea adquirere potuerint, five Vadum Fabricae cum Villa, quae dicitur Cucuranam ed Sanctum Stephanum, qui dicitur Sancta Hierufalem, & Sanctum Archangelum, & Paternum, Sanctumque Profperium in Panialo, et S.Ambrofium, & S.Ifaiam, Sanctumque Jhoannem Cafa pateria, et omnibus ad ipfas Ecclefias pertinentibus etc.... et in omnibue omnino in integrum quicquid in tota romana Ecclefia, vel de Monafterio nonantulae adquifierunt etc...! Nell'elenco del B. Niccolò Albergati trà le Chiefe unite all'Abadia di S. Stefano fi legge S.Blafii de Voglio, che dir dovea de Vado, come meglio rilevafi dall'Elenco del 1366, in cui fi legge nel Plebanato di Pànico, a cui in allora apparteneva. Ecc. S. Blaxii de Caftro Vadi, nel quale la prefente chiefa fembra fia quella che fi chiama S. Joannis de Panico.
- 192 - Arch. di S. Franc. 17 Gen. Testamento rog. da Domenico Mafcaroni, e ivi 25. detto dichiarazione del Canonico Bonifazio da Loiano, fuo comifario rog. lo fteffo. Ivi Camproffo B. num- 233 e Lib.42. num.54.
- 193 - Ghir. par.I. pag. 567.
- 194 - Arch. di S. Francefco rog. nel mercato di Brento da Rodolfo di Guido da Pianoro. Dona a detto Ofpitale tutti i fuoi beni rifervandofi l'ufo frutto fua vita l'opera fua in fercizio di detto Ofpitale, con patto che li fia femminiftrato il vitto e veftito fua vita durante.
- 195 - Lib. Ref.C.fog.139, e lett. V. fo.2.
- 196 - Lib. provif. Ref. fegnato 1311 , 12 Setembre pag.68.
- 197 - Par. IV. pag. 135.
- 198 - Arch. di S. Francefco lib.74. num57. Lafcia a Nappino fuo figlio i beni pofti nel Comune di Pànico in loco detto Vagliaròla Rog. in Bologna da Stefano di Giacobino.