Piano di Setta
Parrocchia appartenente nello fpirituale alla Congregazione di Salvaro, e nel temporale alla Maffaria o Comune di Veggio.
Anime 100 divife in 19 famiglie compongono quefto popolo, al quale confinano quelli di Lagàro, di Veggio, di Montorio, o Sambro, di Monte Acuto Valefe, e di Grizzàna.
L'aria umida, e l'effere addetti molti a fare il Carbonaio fon le cagioni, che afcendano i morti a due per anno.
S.Giuftina è il titolare di quefta Chiesa, il di cui diritto di collazione appartiene agli eredi Caftelli.
Poca Uva, e poche Frutta, poco Fieni, e pafcolo a fufficenza da molte terre a fodo, molta Ghianda, il fegno della Canape, poca Seta, tre mifurevper femente dal Grano, e circa quattro da' Marzatelli, oltre quantità di Carbone da' molti Bofchi di Legna da fuoco fono gl'annui prodotti, che ricavano i poffidenti, e coloni da quefto territorio, il di cui terreno è cretofo, e faffofo, ed in poca parte fabbioniccio, ed alimenta un fufficiente numero di Capre, e di Pecore.
Oratori, Artieri, e Borghi fono cofe ignote in quefta Parrocchia, nel di cui territorio attraverfa una miniera di Ferro, che per altro fembraci fcarfa a magra rendita, e la quale è un feguito di quella, che fi allunga, e dirama alla volta di Lagàro, di Grizzàna, di Veggio, di Prada, e convertefi in miniera dolce di Rame nel territorio di Creda.
Appartiene quefto luogo ne' più remoti Secoli a certi Signori figli di un Bonando, di cui fù molgie quella Conteffa Willa, che nel 1056 liberò dalla fchiavitù una fue ferva chiamata Cleriza, il di cui atto efiftente nell'archvio Efyenfe, riportò per eftefo il celebre Muratori (nota 319)
E fembra, che detta Conteffa lo aveffe ereditato dal fuo primo marito, che fù Ugo Duca e Marchefe, e da effe paffaffe ne' figli di Bonando per le feconde nozze contratte da detta Willa con effo, almeno cof' fembraci doverfi credere dalle parole efpreffe nella donazione fatta di quel luogo ad Antoio Abbate del Moniftero de' SS. Bartolommeo e Savino nel 1061. (nota 320), cioè "...una pro amore onnipotenti Dei & remedio luminarie anime de quondam Domini Hugoni Marchio, & de quondam Lanberto prefbiter, & de quondam fuprafcripto Bonando & Wille jugalibus genitor adque genitrice noftra damus & donamus in Monafterio .."
Da quefta fteffa Carta rilevafi, che in que' tempi chiamoffi quefto luogo Betoleto, e la Chiefa era fotto il titolo di S. Salvatore (che forfe da' Monaci fù poi commutato in quello di S. Giuftina) "ideft noftra portione de Ecclefia Santi Salavatoris que eft conftructa in loco qui dicitur Betholeto, cum fuis pertinenciis ".
I confinanti a quefto luogo chiamati nella fetffa carta uniformi a' prefenti, ci hanno determinato ad afferire, che fia realmente il luofo fuddetto quello, ci cui trattiamo;
"Finis ubi ipfa Ecclefia, & furafcripta terra vineata,& aratoria & egra & filva & caftagneto effe videtur, ab uno latere fluvio Septa, tercio latere Via publica; il confine poi chiamato dal quarto lato, cioè "quarto vero latere pofti heredes quondam Domini Alberi Comes, infra iftis";
è quello, che vie più ci conferma nella opinione della origine de' Conti da Pànico, quantunque diverfamente fi opini da rifpettabile erudito vivente, poichè a' Conti da Pànico appartennero ficuramente i luoghi del quarto lato, come rilevafi dal Diploma di Federico II, o fia di Corrado fuo Vicario, emanato nel 1221, e del quale ne abbiam dato in eftratto (321), come altresì gli appartenne quefto luogo, che ne' Secoli fuffeguenti fù poi chiamato la Rocca di Setta, della quale ne fù prefo nel 1323 poffeffo dal Configlio di Bologna, e quindi ordinata ne fù la demolizione (322), e forfe da quel tempo in poi non riforfe mai più, giacchè de' fuoi avvanzi non è rimafto fopra luogo alcun veftigio, anziche abbenchè il terreno fia ivi di prefente alquanto lavinato, non fi fcorge alcun fondamento di antica Ròcca, e folo da taluno, ad uno fdrufcito cafamento, che efifte nella punta di terra, in cui fi unifce il Rio di Setta, fi dà ancora il nome di Ròcca di Setta.
Come poi paffaffe in mano de' Conti da Pànico dopo le fattane donazioni nol fappiamo; mà è probabile, che i Conti da Pànico del ramo de' Bedoletti, che confinavano a quefto luogo lo acquiftaffero in eredità, o per compra, onde fare una totale unione di buon tratto della Montagna dal di là del Reno al di quà da Setta.
Ciò che è certo inquietarono non poco i paffeggeri, che paffan per la via, la quale conduceva, e conduce da parte Tofcana, e da Caftiglione a Bologna per quefto luogo gli infolentelli Conti da Pànico dei diverfi rami denominati variamente da' fari feudi, ne' quali abitavano, e che in ciò fare eran tutti uniti, e facea da capo fpecialmente il Conte Nerino del Co. Bonifacio detto de' Bedoletti (323), per lo che fù obbligato il Configlio a venire nel 1323 alla rifoluzione di fopra detta.
nota 319 - Dif. Med.Ev.Tom.II Dif.XV col. 85
nota 320 - Dif.M.cd. Aev. Tomo V Dif. LXVII col.620.
nota 321 - Par. III pag.177 nota (272) Diz. Corogr.
nota 322 - Lib. Refor. C.fo.239.
nota 323 - Vedafi il libro delle riformazioni, e provifioni anno 1311 - 13 Settembre - pag. 68, ed anno 1313 -pag-198 -8 maggio.