Monghidoro
Quantunque Monghidore appartenesse a regione montana, pure non sorgeva sulle vette di alcun monte o colle, ma bensì in una amena vallata lunghesso la Via maestra che guida da Bologna a Firenze, ed alla distanza di venticinque miglia da questa prima.
Poche sono le Parrocchie del Contado ove si posano tanti rauni di case rinvenire siccome in Monghidoro; talchè ti avvenga nel percorrere questa parrocchia che si estende nella di Lei circonferenza a miglia dodici, ed in lunghezza miglia sei nullameno che in 42 ville ossia case riunite che sono - Villa di Scaricalasino, Piemazzio, Villa di mezzo, Cà de Dosi, Molino de Dosi, Molino di Mazzopne, Molino del Comune, Cà di Rossetti,Cà de Manara, Ruina de Griffi, Cà di Guglielmo, Cà di Barencandoli, Trapoggio, Piamaggioli, Captonesca, Cà del Tosco, Valzolo, Trassimò, Mulino del Piatello, Cà di Majotto, Cà di Morino, Lamma di Cola, Vajola, Cà de marchi, Carpenine, Ceragne, Cà del Vento, Cà di Polo, Roncò, la Torre, Le Volande, Pozzioli, Pallarano, Cà di Coggio, la Costa, alla Cà de Costa, Cà di Luca, Ronchi, S. Pietro, Pian de Grilli e casella.
La più antica memoria di Monghidore che esistesse, si raccoglie da una Lapide di Marmo pario che era posta sul muro della lateral faccia della Chiesa volta a Cà de Luca che data dal 1256 e li di cui caratteri sono in parte Romani, in parte Gotici, e con abbreviature non comuni ad altre lapidi di quei tempi.
La qual lapide vuolsi leggere nel seguente modo.
A. D. MCCLVI. SUD. XIIII DE MENSE ING.
FACTUM HOC OPUS FUIT TEMPORE
MICHELINI ARCHIPRESBITERI.
E poichè in questa lapide non si enuncia se non se o il risarcimento, o la nuova costruzione del Campanile operate dall'Arciprete Michelini
si ha ben donde dedurne avere da più remoto tempo esistita detta Chiesa, ma quando fosse questa eretta s'ignora pienamente.
Non s'ignora però essere Monghidore appartenuta anche prima di questo tempo all'antichiessima Famiglia Lojani che dominava da lungo meno che trenta terre e castella co' rispettivi contadi, e che nel 1304 si ebbe in feudo da Benedetto XI anche Medicina sol suo distretto.
Fra tutti i luoghi che stanno nella dizione di questa Parrocchia il più importante è Scaricalasino antico Castello costrutto da' Bolgnesi nel 1246 onde servire a difesa contro gli Fiorentini Ghibellini.
Di sue fortificazioni ora non più non rimane che il luogo ove detto Castello sorgeva denominato il Castellazzo.
Fornironlo sempre i Bolognesi di armi ed armati, ed a varie riprese, vistane l'importanza, il fortificarono come nel 1297 e nel 1300 ed oltre a' militi stipendiati affidaronlo in ispecial modo alla custodia di que' da Vizzano.
Ed essendo accaduto che nel 1360 Muzzarello da Cuzzano e gli Ubaldini detta Rocca sorprendessero, ed a potere lo consegnassero di bernabò Visconti, non poterono li nuovi occupatori a lungo ritenerlo, mentre nello stesso anno furono obbligati a restituirla.
Il qual fatto poi diede causa a misure di precauzione.
Conciossiachè il Consiglio di Bologna, a munire questo ed altri luoghi d'importanza, non uno ma due Capitani alla Montagna eleggesse co' necessarj presidii, ordinando che l'uno dovesse avere stanza in Casio l'altro in Scaricalasino, e prescegliesse a guardare quest'ultimo nel 1395 uno de' più valorosi capitani di quel tempo Bartolomeo de' Vanni da Città di Castello con stipendio di fiorini 35 d'oro per ogni mese, stipendio di quel tempo vistosissimo.
Diede Scaricalasino i natali sui primi del Secolo XVI a Ramazzotto ch'ebbesi per uno dei più prodi e illustri Capitani di quel Secolo.
Fu adoperato a presidere agli eserciti del Bentivoglio, ultimo Signore di Bologna, dei Pontefici Giulio II, leone X, Adriano V, e Clemente VII.
A questo suo figlio va debitore Scaricalasino del Monastero degli Olivetani denominato di S. Michele ad Alpes, che fu da esso eretto in quel luogo stesso ove aveva da prima fatto erigere una Chiesa dedicata a S. Michele Ancangelo ed un signorile Palazzo con annessa Torre.
Da Clemente VII li 24 Decembre 1528 emanossi la Bolla di erezione di detto Convento, che aveva implorata Ramazzotto unitamente alla facoltà di unirlo a quello di S. Michele in Bosco ne'suburbii di Bologna, con obbligo di residenza di un Priore e dodici Monaci.
E finalmente lì 15 di Ottobre del 1531 fece donazione alli detti PP. Olivetani del suindicato palazzo Torre e Chiesa, ridotti a forma di Monastero; nela quale addattamento ed immutazione aveva il donatore spesi otto mila ducati d'oro.
Ingente somma per quei tempi, ma che certamente non lo era per chi avevasi in Feudi Sassiglione e Bastia nel Bolognese, Fontana, Valgatara, Coderonco, Cantagallo, e Fossignano nelle Romagne.
Pure quest'uomo così generoso, certamente ad espiare alcuna colpa, dalla quale non solevano andare esenti li Condottieri d'armi di quel tempo, e non ostante che fosse sì dovizioso, finì li suoi giorni da tutti abbandonato, bandito da paolo III dallo Stato Pontificio, spogliato de' suoi feudi e sostanze tutte, nella età di 75 anni in un miserabile Casolare sul confine toscano verso il Bolognese, e venne sepolto in una chiesuccia detta alle Vaglie, abbenchè si fosse egli vivente fatto erigere fastoso sepolcro nella Chiesa di S. Miche in Bosco dal famoso Lombardi, il quale in oggi non resta che a testimonio e ad esempio d'arte.
Sembra che antcamente non fosse la Chiesa di Monghidore la Plebanale di questo distretto, ma bensì quella di S. Margherita antichissima Parrocchia, ed in rinomanza di vastissima in questi Alpi, talchè nel secolo XIIII le montagne e le Alpi Circonvicine a Monghidore erano dette i Monti di S. Margherita.
Apparteneva Monghidore ai Monaci Olivetani di San Michele in Bosco, a carico deì quali era ancora il mantenimento dell'Arciprete.
Soppressa nel 1798 in forza della Legge 13 Pratile, ricadde ancora il carico di tale mentenimento nel Governo, che sussudiò di un'annua pensione detto Arciprete, finchè ristaurato il Governo Pontificio, addivenne di libera colazione della mensa Arcivescovile, e nel 1819 venne provvista questa Chiesa di stabile congrua mediante assegnamento di appositi fondi.
Non ostante però che esistesse la summentovata Chiesa di S. Maria di Monghidore, tuttavolta serviva tanto questa, quanto quella di S. Michele degli Olivetani in Scaricalasino, e furono ambedue ufficiate a comodo dei parrocchiani sino oltre il 1804.
Ma nel 1806 ad istanza dei medesimi cessò la cura della prima, e l'altra soltanto addivenne pieve in lei luogo, come lo è attualmente, trasferendovi il titolo di S. maria di Monghidore a luogo di quello di S. Michele.
Per questa concentrazione, addivenendo inutile la prima Chiesa, venne questa demolita, e la Canonica serve in oggi in parte ad abitazione di contadini, non restando degli Edifizi che vi appartenevano se non se il Cemetero, che raccoglie anche in oggi li defunti della Pieve.
L'interno della Chiesa è a volte reale, ma per vetustà di sua costruzione declinava a ruina, siccome volgeva a ruina la Sagrestia e l'andito.
Scossa però la pietà de' fedeli a zelante cura dell'attuale Governante Illustriss. Sig. Luigi Avvocato Maraviglia, coadjuvato da altri Proceri del Paese, si progettò, e si eseguì generale ristauro dell'Andito, della Chiesa, della Sagrestia, rinnovato di tutti questi luoghi l'aspetto con moderno disegno di ordine toscano dell'Ingegnere Sig. Dottor Ulisse Montanari.
Generose elemosine dei Parrocchiani, cui anche soccorse la troppo nota munificenza dell'Eminentissimo Cardinale Oppizzoni Arcivescovo, fanno fronte alle ingenti spese dell'opera sacra, per cui se quel tempio non è più il maesotso della Montagna, certo però non è l'ultimo.
Essa ha cinque Altari, compreso il maggiore.
La Tavola di quest'ultimo rappresenta Maria Vergine Assunta ed è lavoro del pennello del Calvi dipintore non mediocre fra quelli che fiorirono sul finire del secolo scorso, e morto nel corrente.
Il primo Altare a destra è sacro a S. Antonio da padova, il secondo a S. Miche Arcangelo il cui Quadro è pregiabile opera del Cavaliere Canuti non l'ultimo fra quelli della Scuola de' Carracci, morto sul principio dello scorso secolo.
A sinistra poi è occupato il primo Altare dal Fonte Battesimale, ed il secondo è dedicato a S. Francesca Romana.
Esisteva in questa Chiesa prima delle soppressione del Convento degli olivetani un Quadro rappresentante la Santissima Annunziata opera della celebre Pittrice Lavinia Fontana, che ignoriamo ove esista al presente.
A ricordare poi come l'Apostolo dello scorso secolo B. Leonardo da Porto maurizio in questa parrocchia la divina parola fra il Popolo spargesse nelle sue Missioni, fu eretta una elegante colonna lungo la strada di Toscana a non molta distanza dalla Chiesa, ed in essa immessa l'immagine di questo beato.
Alla quale immagine nella ricorrenza di sua festa concorre il Popolo processionalmente.
Questa vasta parrocchia col titolo di Pieve che conta 1900 anime, è sottoposta al Governo di Lojano.
Dal di Lei plebanato dipendono 9 Parrocchie, e cioè: Campeggio, Roncastaldo, Lognola, Stiolo, vergiano, S. Andrea di Savena, Fradusto, Valgattara, castelli dell'Alpi, e sul confine Toscano con quelle di Pietramala e Cavrenna.
Tre sono gli Oratori esistenti nel circondario di questa Parrocchia.
Il primo denominato Cà di Costa sul confine Toscano ove risiede un Sacerdote, a cui incombe l'obbligo dekka cekebrazione di ventiquattro Messe ogni mese a comodo specialmente degl'inservienti nella Dogana di Frontiera.
Il secondo San Pietro della Selva tra la Costa e la Cà, Chiesa che fu una vota sussidiale.
Il terzo S. Margherita di Frassincò già Parrocchia nei più antichi tempi, come si è addimostrato superiormente.
La Chiesa di Monghidore è retta in oggi dal Molto Reverendo Sig. Arciprete D. Gio. Battista Francia.