Dall'alto d'una montagna a destra della strada, che da Bologna conduce a Firenze, sorge Lognòla, già comune e castello ed uno di quelli che nel XII secolo pagavano agli Ubaldini Signori di Loiano.
Trovasi menzione di Ubertello da Lognola testimonio di una vendita a Lorenzo di Guzzàno dal Co: Alberto da Prato, e nel 1328 Lognola è annoverata fra i comuni, che dovettero concorrere alla spesa della fortificazione di Bisano; ascendendo nel 1451 l'estimo de' suoi Fumanti a lire 1250 (Vedi Calidri t.3, pag.145).
Questo castello già fin dal 1378, come prova l'antico Campione della Mensa, avea sua Chiesa sottoposta al plebanato di Monghidoro, che la domina tuttavia, li che mostra falso quanto dicesi nel Campione del Canonico Montieri, che cioè fosse fondata nel 1409.
Fatta cosa de' parrocchiani ne fu da tempo immemorabile la collazione, usata da essi fino al 1605, anno sa cui prese a spettare alla Mensa Arcivescolvile.
Lungo tempo la Chiesa di Lognòla stette unita, qual sussidiale, alla cura di S. Lorenzo di Roncastaldo, dipendendo allora dal Plebanato di Barbarolo; affermando che il Campione del Montieri essere accaduta tale unione, consentendo i comunisti a dì 16 Settembre del 1419, a rogito di Lorenzo Castellani.
Venutosi però al 1604, il Vescovo, Mons.Alfonso Paleotti, vedendo i gravi bisogni de' luoghi ebbe separate le due chiese con suo decreto delli 8 gennaio 1605; tornando così Lognola ad avere cura d'anime, con parroco proprio.
La sua Chiesa parrocchiale, qual vedesi di presente, si allunga per 30 piedi, s'allarga per 20, con sufficiente altezza ed ha tre altari, il cui principale è in onore di S. Donato con quadro che il rappresenta in uno ai Ss. Giambattista e Antonio di Padova; mentre l'altare a destra è sacro alla B. V. del Carmine, e quello a sinistra al Santissimo Crocifisso.
E quantunque la Chiesa di Lognola fosse povera e posta in luoghi montani, le misero nondimeno tale affetto parecchio de' suoi rettori da averne curato sempre il decoro, ed ogni utilità spirituale e temporale.
E di vero, essendo la vecchia Chiesa divenuta quasi inservibile, D.Giambattista Tattini, che la resse dal 1687 al 1773 la restaurò e provvide di proprio, come meglio per lui si potè, avendo successore e seguace in ciò D. GiuseppeLorenzini, statovi parroco fino al 1775, che l'adornò nel 1274 di bel tabernacolo, spesevi Lire 215; e nel 1736 le procurò una Campana di libbre 4.274, costatagli Lire 328.
Nè pago a ciò le fornì di suppellettili, utensili, e biancherie parecchie.
Largo le fu ancora D. Giovan Marco Vivarelli, che la governò dal 1782 al 1806, poichè risarcì,e rabbellì la Chiesa, riducendola allo stato presente, erettavi nuova sagrestia, e procacciatile paramenti sacri, vasi d'argento, Via Crucis, ed altro di che trovavasi sprovveduta.
E perchè la scarsa prebenda del parroco di Lognola non somministravagli di che campare la vita, l'ottimo Arciv. Card. Giovanetti invocava la Bolla di Pio VI delli 23 luglio 1780, con cui concedevasi a Lognola l'annovale perpetua pensione di ducati 8 d'oro in oro, corrispondenti a Scudi 14 romani, e questa sulle entrate della pingue Chiesa Arcipretale di Piumazzo.
Nessun Oratorio si trova nel Circondario di tal Parrocchia, il quale ai tempi del Calindri dividevasi ne' quattro Borghetti di Cà de Bonzi, Cà d'Andrione, del Casone, e Bruscolo; esercitandosi molto gli abitatori nel tessere cappelli di paglia.
Lognola poi è lontana da Bologna miglia 21, con 315 abitatori, ed è posta nel Governo di Loiano, Comune di Monghidoro; colla cui Pieve confina com'anche son Roncastaldo, Stiòlo, Fradusto, e Vergiano.
Il paese è d'aria buona, con terreno arenoso, tufaceo, e galestrino sovra fondo di scoglio argilloso.
Che, se dà poche uve, molte poi vi sono le frutta, le ghiande, e le castagne; molti i boschi di legna e i pascoli; avendovisi grani e fieni a sufficienza.
Scrive il Calindri d'aver osservato in questo contorno un luongo strato si sasso calcareo d'una bellissima vena di giallo a onde, che riuscirebbe molto elegantissimo adoperato negli ornati.
(Documento firmato da G. F. Rambelli)