Lungo la pendice alla cui destra le acque del fiume Savena, sorge Fradusto, che ne secoli passati fu pur detto Frausco, forse da qualche signore Longobardo, che venuto in Italia ne avea tolto possedimento; giacchè è a tenersi in menzione il detto volgare, che vuole la voce Fradusto traesse origine da un Frate Bruciato.E poichè di questo luogo tacciono concordi le storie, sembra non sia stato, che Parrocchia, Castello, o Villa di poca o niuna considerazione.
E ove non ne fosse fatto ricordo in un Elenco di luoghi, che circa la metà del XIII secolo porgevano tributo ai Signori di Lojano; e in un'altro Elenco di Chiese bolognesi del 1366, non si avrebbe alcun documento di sua esistenza in tempi a nostri tanto lontani.
Oltrecchè poi la Chiesa di Fradusto è registrato in quel 1° Elenco del 1366, è nominata eziandio nel Campione della Mensa del 1378, e compresa fra le soggette alla Pieve di S. Maria di Monghidore, cui è ancora pertinente; avendone da ben tre secoli libera collazione la Mensa degli Arcivescovi di Bologna.
Questa Chiesa, che mostra tuttavia un'antichità ben grande, è tutta murata in pietra viva, e ricoperta di lastre di pietra, avendo volta a Levante la facciatache s'innalza un 20 piedi, con porta in mezzo, sovra cui vedesi la statua del Santo Titolare.
Entrando in essa, lunga da 30 piedi, col coro che servegli di sagrestia, e larga 12 piedi; vedesi tutta spirare grata dolcezza e politezza; e formare una c roce latina coll'altare maggiore; e coi due de' lati; venerandosi nel maggiore il quadro di S. Procolo, che il rappresenta fuor di porta S. Mammolo; in quello a sinistra la B.V. del Rosario, in cui onore con Bolla d'Innocenzo X del 1674 venne eretta una pia confraternita; e nell'ultimo a destra S. Antonio di Padova.
Questa chiesa, che festeggia al Santo suo Titolare il dì 1. di Giugno, non ha Battistero; e perchè erasi già fatta squallida e ruinosa, restauravala, e adornavala molto decorosamente l'odierno zelante parroco Sig. Don Lorenzo Marchetti.
Fradusto poi è luogo, che dista da Bologna 24 miglia, ha 300 abitatori (che nel 1781 erano 150, come scrive il Calindri); è posto nel Governo di Loiano e nel Comune di Monghidore, avendo intorno per confini le parrocchie di: Valgattàra, Monghidore, Cedrecchia, Zaccanesca, S. Andrea di Savena, Vergiano, e Lognola.
Il paese, che non ha, nè Oratori, ne ridotti di casa, è d'aria purissima, onde sono molte le longevità, poche le morti; dà sufficinete raccolto di grani e marzatelli; scarseggia poi d'uve, di frutta, di castagne, seta, e fieno; abbondando invece di ghiande, legna da ardere, e grassi pascoli; essendo principale industria de'Fradustani lo intessere cappelli di paglia.
Le qualità geologiche del suo territorio sono, al dire del Calindri:
""Dizionario Corog. Volume II, pag.411
...un terreno formato di galèstro, arena giallastra, creta e argilla misti inegualmente; a modo però da rendere il suolo esteriore dolce e pastoso; e se di maggiore altezza fosse questo, e se a maggior profondità si stessero i massi, e gli strati di pietra arenaria e argillacea sarebbe uno de' più fertili dell'agro bolognese, nè sarebbero obbligati gli agricoltori ad usare cura e attenzione, specialmente nelle alte pendici, acciocchè le acque asportandone la superficie lavorabile, i loro campi non rimangono nude e infruttuose pietraie... ""
Non offre poi questo produzione alcuna naturale, se ne togli qualche nucleo di telline, sparso qua e colà.
(L'Opera del Corty riporta che il Documento è stato scritto da G. F. Rambelli)