Monghidore (a)
(Fuori di Porta S. Stefano, in una vallata fotto la via maeftra che conduce a Firenze alla deftra andando, e lontana da Bologna miglia 20.Arcipretura e Comune compofto da 1188 Anime divife in 235 famiglie.
La Parrocchia del Caprèno, già diocefi bolognefe e Stato Fiorentino, e quelle di Campeggio, di Valgattara, di Fradusto, e di Lognola.
Diocefi e Stato bolognefe la cingono d'ogn'intorno.
Avea quefta Arcipretura fotto di fe antichiffimamente le Chiese di S. Alefandro di Vergiàno, di S. Donato di Lognola, di S. Michele di Caprèno, detto qualche volta di Saffo nero, di S. Margherita Frifinco (ora detto Frafincò), di S. Lorenzo di Pietra Mala, di S. Procolo di Fraufco (ora detto Fradufto).
Più efteffa è la prefente fua Congregazione, poichè comprende fotto di fe le Chiefe di S. Biagio di C. dell'Alpi, di S. Procolo di Fradufto, di S. Donato di Lognola, di S. Donino di Stiòlo, di S. Bartolomeo di Valgattàra, di S. Andrea della Valle di savena, di S. Alefandro di Vergiàno; ed in luogo di S. Michele del caprèno, e di S.Lorenzo di Pietra mala, dall'Eminentiffimo Arcivefcovo Malvezzi, fmembrate da quefta Pieve in grazia di S.A.R. Granduca di Tofcana, che le defiderò unite a Pieve Fiorentina, furono levate da "Barbaròlo", ed a quefte unite le due Chiefe di S. Propfpero di Campeggio, e di S. Lorenzo di Roncaftaldo il dì 2 di Agofto del 1772; e però è affai più eftefa la prefente fua Congregazione dell'antica, che fognoffi Leandro Alberti foffe di undici Chiefe compofta, e che ftorpiandone il nome, come hà fatto di tanti Luoghi, chiamò S. Maria de Mongodino.
Il titolare di quefta Pieve è S. Maria, e la collazione appartiene alli RR. Monaci Olivetani di Scaricalafino; è ftata abbellita e rimodernata la fua Chiefa pochi anni fono, ed è tenuta con una proprietà Ecclefiaftica che riefce tanto più gradita all'occhio, quanto meno è afpettata da chi conviene fi conduca giù al baffo nel fondo di una vallata, volendola vedere.
L'Aria di quefto Territorio è famofa, giacchè il numero de' morti adulti non afcende, che a fei circa all'anno.
Pochiffima Uva, moltiffime ma cattive Frutta; molta Ghianda; molti Bofchi da legna; molto Fieno; poca Seta; il fegno della Canape, un eftefo Bofco di Faggi; moltiffimi Caftagneti; molte piante utili per lo fmercio fe ne fa da' locali a'Parmegiani, per fare Fufi da filare, ed altri confimili ordegni, dette daì montani popoli "Amadani"; quattro in cinque mifure per ogni femente dal Grano, e cinque in fei dai Marzatelli fono i Luoghi ed i prodotti, da' quali ricevono le loro entrate i proprietari de' fondi, ed i loro colòni.
Tre Muratori; quindici sarti; tre fabbri; dodici Calzolai; due Falegnami; un fito da potere abitare in fufficiente numero i Gabellieri, che in Scaricalafino (Caftello non murato di quefta Pieve, il quale ftendefi lateralmente alla via maeftra) ftanno come luogo di frontiera per efiggere i dazi, o per ricevere e confegnare a foraftieri mercanti, e Vetturali le neceffarie polize di tranfito; due ofterie d'alloggio; una Spezierìa che fà ancora il Caffè; un Chirurgo; un Medico; cinque Molini; tre Bottegai da varie merci; vari che s'ingegnano a fare Cappelli di paglia mantengonfi le Arti, co' meftieri, o con le refpettive Profeffioni tutto o parte dell'anno frà quefto popolo.
Tre Oratori, ed un Monaftero di olivetani fono nel diftretto parrocchiale di quefta Pieve, cioè San Pietro della Selva trà la Cofta e la Cà, ftato una volta fuffidiale; S. Margherita di Frafincò già parrocchia ne più antichi tempi appartenenti al Comune a quefta Pieve; S. Lorenzo di Pia Maggio, già luogo di pofta da cavalli, allorchè la via da Bologna a Firenze paffava per detta parte; S. Michele di Scaricalafino, che è la Chiefa anneffa al Monaftero de' padri Olivetani, nella di cui molto propria e polita Chiefa fono ad offervarfi il quadro di S. Michele del Canuti, la Santiffima Annunziata di Lavinia Fontana, il B.Bernardo copia dell'originale del Guercino efiftente, e già da noi accennato, nella Chiefa di S. Michele in Bofco.
Ampio, polito, e proprio è quefto Monaftero, della di cui Storia darem qualche cenno in appreffo.
Molto polita è la fua forefteria nella quale fon da verfi il quadro dell'Assunta con l'AngeloCuftode e S. Antonio da Padova del Pafinelli; quello di un ritratto di un Abate Olivetano del Cefi; quello del Prefepio di buona antica mano; e la Sala graziofamente dipinta con ornati alla greca da Giuseppe Barbieri.
La fituazione di quefto Monaftero in fito di faffo, e l'effere il miglior luogo che trovifi nella via che traverfa le Alpi da Bologna a Firenze, i comodi che vi fono, la qualità de' Religiofi che l'abitano fono ftate, fono, e faranno le cagioni, per le quali dovrà di quando in quando alloggiare perfonaggi, Vefcovi, Prelati, Principi, Cardinali, e Sovrani ad iftanza dell'Eccelso Senato, o a perfuafione de' Superiori della Religione, o del grado delle perfone che nel prefentarfi all'alloggio, obbligano que' RR. Monaci a riceverle, ed a tenerfene graziati del ricevuto onore. (vedi 236)
- 236 - Sono da ricordarfi fra gl'illustri viaggiatori ricevuti in quefto Secolo ad alloggio in detto Moanftero: Enrico IV Re di danimarca, che vi pernottò il dì 13 Marzo del 1709; Francefco Medici, prima Cardinale poi Spofo della Principeffa di Guaftalla, che col Granduca Gaftone vi alloggiarono alli 20 di Luglio delle fteffo anno.
Carlo III, ora Re di Spagna, Sovrano di vafta cognizione e di moltà pietà, che vi alloggò li 5 ottobre del 1732, e con il fuo feguito di circa fei mila Uomini li 8 Febbrajo del 1734.
Il Principe Kraun col primate di Lorena che vi alloggiarono col principe di Bovo lì 14 Settembre del 1738, e che erano di ritorno da Ferrara dove furono a complimentare Maria Amalia figlia di Augufto III re di Polonia, che andava Spofa di S. M.Re di Napoli ora Re di Spagna Carlo III.
L'Imperatore Francesco I, in allora Francefco Stefano III. Duca di Lorena e Granduca di Tofcana, che la notte del d' 19 venendo il 20 Gennaro del 1379 vi pernottò unitamente al Fratello Principe Carlo di Lorena, ed alla Imperatrice Regina d'Ungaria Maria Terefa, Eroina del noftro Secolo, e della di cui Religione, Pietà, elevatezza di mente, coftanza ne' perigli, moderazione ne' trionfi, affabilità nel tratto, penetrazione ne' più grandi affari ftanco farà il Mondi di farne gl'elogi, allorchè verrà meno e finirà.
Federico Criftiano Principe Elettorale di Saffonia figlio di Augufto III re di Polonia, che quivi pranzò li 15 Novembre dello fteffo anno di ritorno da Napoli, dove accompagnato avea la Sorella Regina.
E gl'anni fcorfi il Duca di Gokfter fratello di del vivente Giorgio Guglielmo III re d'Inghilterra.
Vi è inoltre un Ofpedale da alloggiare i Pellegrini e le Pellegrine in camere feparate, dipinte, e tenute con tutta la poffibile politezza fotto la cura degl' fteffi RR. Monaci, a' quali fù appoggiato intieramente, dopo di averlo in parte regolato per più di un Secolo addietro, li 15 Marzo 1635, fotto la reggenza del Reverendiffimo P.Abate montecalvi con alcuni obblighi, che luogo qui non è di riferire, come può vederfi nell'Archivio di S. Miche in Bofco, e della Menfa Arcivefcovile di Bologna ne' rogiti di Paolo Monari.
E' quefto uno de' pochiffimi Ofpedali da Pellegrini, che in Italia conferivan la idea della politezza, e della vera carità criftiana, con la quale nell'ottavo, nono, e decimo Secolo que' buoni Monaci di vari Ordini ,foppreffi poi ne' tempi turbolenti, impiegavanfi a prò de' Pellegrini; opera della quale fi sà poco più del nome da pochè corrono i fecoli chiamati illuminati, neè quali non tengonfi gran fatto effercitate le opere della Mifericordia.
Un terreno fabbionivo e tofaceo, rariffimamente mifto di qualche nucleo, o gufcio di teftaceo, attraverfato da ftrati di Creta induriti a confiftenza di fcoglio; Saffi mediaftini trà la durezza del Tufo, e quella del Selce venati di belliffime lifte di giallo gialletto, di roffo e roffaftro con macchia in mezzo di colore cenerino chiaro, o di colore di fior di perfico, più o meno grande, più o meno viva, fono le cofe che ci fono paffate fott'occhio riferibili a naturalifti.
Pochi fono i territori parrocchiali che abbiam trovati in Italia così pieni di Borghetti, come lo è quefto di Monghidore, cioè:
Cà da Cofta di Fam.7.
Cà de' Dofi di Fam.6.
Cà de' Roffetti di Fam. 6.
La Cà de' Cò di Fam.8.
Cà de' Coc di Fam. 7.
Cà de' Luca di Fam. 5.
Cà Pitonefca di Fam. 3.
Cà de' Brufcandoli di Fam. 4.
La Cofta di Fam. 11.
Molino del Piattello di Fam. 4.
Paleràno di Fam. 10.
Pìa Maggio con Oratorio e già Luogo di Pofta di Fam. 26.
Pian de Grilli di Fam. 11.
Roncò di Fam. 7.
Scaricalafino con Monaftero e Botteghe di Fam.35.
La Torre di Fam. 5.
Vaiòlo di Fam. 5.
Villa di Mezzo di Fam. 9.
La più antica memoria che di Monghidòre abbiamo, ci viene da una lapide di marmo pario incaffata nel muro della facciata laterale della Chiefa, che guarda verfo Cà de Luca, e che porta l'anno 1256 (nota 237:
E' curiofa quefta lapidetta per la forma de' fuoi caratteri, giacchè hà lettere romane, gotiche, ed abbreviature particolari non comuni alle altre lapidi di quefta età:
dice la fteffa:
A. D. MCCLVI. IND. XIIII. DE MENSE IUG.
FACTUM HOC OPUS FUIT TEMPORE
MICHELINI ARCHIPRESBITERI.
Suffifte tuttavia quefta famiglia, ed era ficuramente imparentata, col valorofiffimo e famofo capitano Ramazzotti celebre pel fuo valore, e per le fue ultime fventure.
nota 238 All'articolo Loiàno pag.149.è però ficuramente affai più antico, ne quefta lapide addita, che un rifacimento, o il campanile rifatto alla Chiefa plebanale dall'Arciprete Michelini in quell'anno.
Già avvertimmo (238), che fù quefto uno de' Comuni, che appartenne a Loiani, e dall'articolo Scanello rileveremo vari monumenti ritrovati dopo eftefo l'articolo Loiàno, da quali rifulterà di quefto, di altri molto luoghi, e della detta famiglia padrona di effi, che nafcondefi l'origine molto più in là di quello eraci noto dalla Storia nel trmpo, che lo fteffo articolo eftendemmo.
Chiamavanfi nel quarto decimo Secolo le Montagne, e le Alpi circonvicine a Monghidore i Monti di S. Margherita, Chiefa che oltre l'effere in allora parrocchia, era delle più grandiofe e rinomate in quefte Alpi (nota 239).
Volle nel 1317 con un lafcito, diftinguere quefta Pieve con gl'altri luoghi, che un dì alla fua famiglia appartennero, Dioteclerio di Ugolino da Loiàno (nota 240), ed eranvi in queì tempi Famiglie molto più comode e civili di quello fianvi ora (nota 241), e l'eftimo de' Fumanti fino al 1451 afcefe a lire 4200.
Lafcianci quì le notizie di Monghidòre, non così ci abbandonano quelle di Scaricalafino (nota 242), caftello non murato nel territorio di quefta Pieve comprefo, e già coftrutto da Bolognefi con una forte Ròcca per opporfi a Fiorentini Ghibellini nel 1246 (nota 243).
Non piccolo era il circondario della fua Ròcca, della quale in oggi altro rimafto non v'è che il fito dove fù, detto il "Caftellazzo"; giacchè quivi dal Configlio furon prima fpedite varie guardie e munizioni da guerra per rinforzo e per fua cuftodia nel 1297 (nota 244), e quindi l'anno appreffo (nota 245) gl'otto eletti fopra la guerra vi mandarono 100 Soldati, venticinque baleftre, e quattro delle gorffe, vale a dire una guarnigione, che per quei tempo addita una delle più vafte e delle più importanti Ròcche del Territorio bolognefe, ed eran quefti Soldati gente fcelta, e della coraggiofa nazion romagnòla (nota 246), non già gente gregaria o miliziotti, tanto valutalafi l'importanza di tal fito; a cui vicino eravi una profonda e larga foffa, che ferviva di trinciera, di camino coperto da quefto luogo a Roncaftaldo (nota 247).
Fortificarono i Bolognefi quefta Ròcca ancor l'anno 1300 (nota 248), e nel 1360 fù prefa da Muzzarello da Cuzzano, e dagl'Ubaldini, e data in potere di bernabò Vifconti (nota 249), togliendola dalle mani di que' da Vizzano, che l'aveano in guardia; pochi mefi però fù da effi quefto Caftello tenuto, giacchè dovettero gl'Ubaldini fteffi riconfegnarlo a Vizzani alli 14 di ottobre dello fteffo anno (nota 250).
Conofciuta femprepiù la importanza di quefto fito non più un folo Capitano della Montagna, ma due ordinò il Configlio che foffer fatti, ed il di due Decembre del 1392 decretò, che uno rifieder doveffe in Cafio, l'altro in Scaricalafino (nota 251), e del 1395 prefcelfero a tale pofto con l'onorato ftipendio di 35 fiorni d'oro al mefe uno de' più valorosi capitani di quel tempo, cioè Bartolomeo de' Vanni da Città di Caftello (nota 252).
Fioriti erano i mercati che in Scaricalafino faceanfi nel quartodecimo Secolo (nota 253), i quali furon poi tralafciati fino al 1592, in cui impegnandofi pel bene del Monaftero e di que' popoli il P.Abate D. Lodovico da Bologna ottenne da CLEMENTE VIII con fuo Breve in data 5 di Agofto di poterfi fare ogni giovedì mercato libero di commeftibili in Scaricalafino, ed una Fiera libera, che dalli 29 Settembre duraffe fino alli 5 di Ottobre inclufive (nota 254).
Ramazzotto nato in Scaricalafino fiorì nel principiare del feftodecimo Secolo frà i più prodi, ed illuftri capitani di quel tempo, fù addoprato in varie spedizioni importanti dal Bentivogli ultimo Signor di Bologna, e da fommi Pontefici: Giulio II, LEONE X, ADRIANO VI, e CLEMENTE VII. (vedo nota 255); fi diftinfe altrefì per la fondazione del Monaftero di Scaricalafino detto S. Miche ad Alpes, nel cui luogo fece prima edificare una Chiefa dedicata al detto Santo Arcangelo ed un funtuofo palazzo con torre, indi nel 1528, alli 24 di Decembre ottenne da CLEMENTE VII la Bolla di permeffo di poter erigere il detto Moanftero, e di poterlo unire a quello di S. Miche in Bofco con l'obbligo di rifiedervi il Priore con 12 Monaci.
Nel 1529 in data 24 Gennaio ebbe dallo fteffo Ponrefice altra Bolla per l'unione delle Chiefe a quefto Monaftero di Monghidòre, di S. Pietro Val di Sambro, o dicafi Montorio, di S. Gio. Battifta in Tavernola, mà quefta Bolla non ebbe il fuo pieno effetto che li 19 Decembre 1531; altri Brevi correlativi alla erezione e confervazione di quefto Monaftero ottenne lo fteffo anno il Ramazzotti, e finalmente alli 15 di Ottobre dell'anno medefimo fece donazione a RR.Monaci Olivetani del fuo Palazzo con Torre ridotto a Monaftero e Chiefa con la fpefa dallo fteffo fatta di ottomila Ducati d'oro (nota 256), ritenendofi per fe altri molti ftabili, tra quali i Feudi di Saffigliòne, della Baftia, di Fontana, di Valgattara, di Coderonco, di Cantagallo, di Toffignano nella Romagna, ed i primi due nel Bolognefe.
Andovvi al poffeffo in nome del Reverendiffimo P.Generale F. Vincenzo, in qualità di primo Priore F. Maudo da Bologna, dove dopo di aver foggiaciuto a diverfe liti dal 1540 fin preffo alla fine dello fteffo fecolo, in pacifico poffeffo quivi abitano 8 Monaci, tre Sacerdoti Preti, oltre i Serventi, procurando di far del bene alla popolazione ed alla Chiefa.
Con tutto quefto bello apparato di valore e di pietà morì infeliciffimamente da tutti abbandonato lo fventurato Ramazzotto in età di anni 75, bandito dallo ftato Pontificio d'ordine di Paolo III, fpogliato de' fuoi Feudi e ftabili, immerfo nelle afflizioni e nella miferia in una povera cafuccia preffo a confini della Tofcana col Bolognefe, e fù da mendico fepolto in una piccola Chiefina alle Vaglie, fenza ne meno averfi potuto godere il grandiofo fepolcro o maufoleo con tanto fattofi eriggere dal Lombardi nella Chiefa di S. Michele in Bofco lui vivente, pagato cofì dal Mondo di tante fue fatiche e gloriofe azioni, fecondo il folito della ingratitudine degli Uomini(nota 257).
Difcefero da quefto Ramazzotti, Zio materno de' Michelini (famiglia antichieffima e civiliffima ognora fuffiftente) altri valorofi Uomini, trà quali Michele Michelini fuo nipote, che fiorì circa il 1542; Melchiorre di Ramazzotto che fiorì circa il 1532, Pompeo di Ramazzotto che fiorì circa il 1539 (nota 258).
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nota 239 - Lib. Reform. feg pag 164 - 17 dicembre anno 1312-
nota 240 - Arch. di S. Francefco 25 Marzo 1317. Camp. roffo lett. H. num. 46. Rog. Bernardo di Bencivenne da Lamola C. B.C.
nota 241 - Deducefi ciò da varie partite de' libri degl'Eftimi confervati nel pubblico Archivio del 1297, del 1308, del 1350, e da un teftamento di Fiora di Rainaldo vedova di Bonalbergo Frugari che fafciò erede il Convento di S. Margherita di Barbiano Rog. di Bonvicino di Leonardo da Fermo. Arch. di S. Francefco.
nota - 242 - A dicianove miglia e mezzo dalla Città fù piantato quefto Caftello, dove ora fuffifte a lati della via conducente da Bologna a Firenze col Monaftero de' Monaci Olivetani in profpetto, facendo per luogo pofto nelle Alpi non integrata moftra di fe e profpettiva.
nota- 243 - Cron. Mife.Rer. Ital. Script. Tom. XVIII. col. 263. Grif. mem. Hift. Tom. XVIII. col 113.
nota - 244 - Ghirard.par.I. lib.II. pag. 351.
nota - 245 - Ghirard.par.I. pag.359.
nota - 246 - Ghirard.par.I. pag. 367. lib. XII.
nota - 247 - Ghirard.par.I. pag. 408. an. 1299.
nota - 248 - Ghirard.par.I. pag. 413.
nota - 249 - Ghirard.par.II.pag. 244. 245.
nota - 250 - Cron. Mifc. Rer. Ital. fcrip. Tom.XVIIII. col. 456.
nota - 251 - Ghirard. par. II. pag. 463.
nota - 252 - Ghirard. par. II. pag. 478.
nota - 253 - Libr. Provif. feg. pag. 70. Arch. pub.
nota - 254 - Arch. di S. Mich. in Bofco. Bolle e brevi Tom.2 num.II.
nota - 255 - Arch. di S. Mich. in Bofco. Compendio Storico del mont. di Scaricalafino pag. III - Vizzani Ift. di Bol. pag. 12. lib. XI.
nota - 256 - Archivio di S. Michele in Bofco al luogo e libro citato.
nota - 257 - Vizzani Storia di Bologna lib. XI. pag.12.
nota - 258 - Artic. di S. Mich in Bofco. pag 217. Ghirard. par. III. ms. agl'anni 1501. 1506. Alidofi vacchettini in Arch. pub alg'anni 1508, 1509, 1511, 1512, 1520. 1525. Vizzani Ift. Bol. Lib. IX. pag. 489. lib. X. pag 527. lib. XI. pag.4.
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