L’intitolazione alla Madonna di Lourdes si deve ad una cappella laterale di destra della chiesa intitolata a San Prospero.
Nella cappella è infatti riprodotta al vero la grotta di Massabielle di Lourdes in Francia, opera di un valente artigiano bergamasco, Guelfo Ravasio, che rappresenta la Beata Vergine Immacolata, Bernardette ai suoi piedi e il ruscelletto che ricorda la sorgente miracolosa di Lourdes. Attraverso un passaggio dietro la roccia è possibile accostarsi alla statua della Madonna.
Questa particolarità, le numerose testimonianze di grazie ricevute in questo luogo hanno reso popolare Campeggio tanto che le è valso il nome di “Piccola Lourdes bolognese”. Il campanile risale ai primi del 1700 e l’attuale edificio religioso è di fine ‘800.
Grande merito della sua attuale ricchezza di opere d’arte e manufatti di pregio si deve a Don Augusto Bonafè che donò molti beni di sua proprietà per potere impreziosire la chiesa.
Dal 1919 e per ben 25 anni l’opera dell’arciprete fu straordinariamente efficace.
Nel 1923, reduce da uno dei suoi pellegrinaggi a Lourdes decise di mettere mano alla fedele ricostruzione della grotta. Campeggio ha sempre avuto una grande devozione mariana che è andata via via sempre più fortificandosi nelle comunità vicine.
Durante la prima guerra mondiale, dal 1915 al 1918 divenne meta quotidiana di pellegrinaggi proveniente sia da Bologna sia Firenze. Ispirato dalla fede nella Vergine Maria, Don Bonafè in brevissimo tempo riuscì a finanziare la realizzazione di diverse opere esterne al Santuario, di cui statue, una Via Crucis che porta al Monte Calvario realizzato nel ’36, il viale dei parroci del ’24, quello delle rimembranze l’anno seguente fino alla costruzione di un acquedotto.
Tutti i suoi parrocchiani lo seguirono in questa impresa che oggi rende Campeggio una delle mete più importanti dei pellegrinaggi dalle due città.
(estratto da Via Mater Dei)