IV Domenica del Tempo Ordinario

IL FIGLIO DI DIO GUARISCE TUTTI

Le riflessioni di Papa Francesco

“Tutti abbiamo dei problemi, tutti abbiamo peccati, tutti abbiamo delle malattie spirituali. Chiediamo a Gesù: «Guariscimi!»”

 

L’odierno brano evangelico (cfr. Mc 1,21-28) racconta una giornata-tipo del ministero di Gesù, in particolare si tratta di un sabato, giorno dedicato al riposo e alla preghiera, la gente andava in sinagoga.

Nella sinagoga di Cafarnao, Gesù legge e commenta le Scritture.
I presenti sono attirati dal suo modo di parlare; la loro meraviglia è grande perché dimostra un’autorità diversa da quella degli scribi (cfr. v. 22).
Inoltre, Gesù si rivela potente anche nelle opere.

Infatti, un uomo nella sinagoga gli si rivolta contro interpellandolo come l’Inviato di Dio; Lui riconosce lo spirito maligno, gli ordina di uscire da quell’uomo e così lo scaccia (cfr. vv. 23-26).
Si vedono qui i due elementi caratteristici dell’azione di Gesù: la predicazione e l’opera taumaturgica di guarigione.
Predica e guarisce.
Entrambi tali aspetti risaltano nel brano dell’evangelista Marco, ma il più evidenziato è quello della predicazione; l’esorcismo viene presentato a conferma della sua singolare “autorità” e del suo insegnamento.

Gesù predica con autorità propria, come chi possiede una dottrina che trae da sé, e non come gli scribi che ripetevano tradizioni precedenti e leggi tramandate.

Ripetevano parole, parole, parole, soltanto parole – come cantava la grande Mina –.
Erano così: soltanto parole.
Invece in Gesù, la parola ha autorità, Gesù è autorevole.
E questo tocca il cuore.

L’insegnamento di Gesù ha la stessa autorità di Dio che parla; infatti, con un solo comando libera facilmente l’ossesso dal maligno e lo guarisce.
Perché?
Perché la sua Parola opera quello che dice.
Perché Egli è il profeta definitivo.
Ma perché dico questo, che è il profeta definitivo?
Ricordiamo la promessa di Mosè. Mosè dice:
«Dopo di me, tempo avanti, verrà un profeta come me – come me! – che vi insegnerà» (cfr. Dt 18,15).

Mosè annuncia Gesù come il profeta definitivo.
Per questo [Gesù] parla non con l’autorità umana, ma con quella divina, perché ha il potere di essere il profeta definitivo, cioè il Figlio di Dio che ci salva, ci guarisce tutti.

Il secondo aspetto, quello delle guarigioni, mostra che la predicazione di Cristo è rivolta a sconfiggere il male presente nell’uomo e nel mondo.
La sua Parola punta direttamente contro il regno di Satana, lo mette in crisi e lo fa indietreggiare, lo obbliga ad uscire dal mondo.

Quell’ossesso – quell’uomo posseduto, ossesso – raggiunto dal comando del Signore, viene liberato e trasformato in una nuova persona.
Inoltre, la predicazione di Gesù appartiene a una logica opposta a quella del mondo e del maligno: le sue parole si rivelano come lo sconvolgimento di un ordine sbagliato di cose. Il demonio presente nell’ossesso, infatti, grida all’avvicinarsi di Gesù:
«Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci?» (v. 24).

Queste espressioni indicano la totale estraneità tra Gesù e Satana: sono su piani completamente diversi; tra loro non c’è nulla in comune; sono uno opposto all’altro.
Gesù, autorevole, che attira con la sua autorevolezza la gente, e anche il profeta che libera, il profeta promesso che è il Figlio di Dio che guarisce.

Ascoltiamo, noi, le parole di Gesù che sono autorevoli?
Sempre, non dimenticatevi, portate in tasca o nella borsa un piccolo Vangelo, per leggerlo durante la giornata, per ascoltare quella parola autorevole di Gesù.
E poi, tutti abbiamo dei problemi, tutti abbiamo peccati, tutti abbiamo delle malattie spirituali.

Chiediamo a Gesù:
«Gesù, tu sei il profeta, il Figlio di Dio, quello che è stato promesso per guarirci. Guariscimi!».

Chiedere a Gesù la guarigione dei nostri peccati, dei nostri mali.
La Vergine Maria ha custodito sempre nel suo cuore le parole e i gesti di Gesù, e lo ha seguito con totale disponibilità e fedeltà.
Aiuti anche noi ad ascoltarlo e seguirlo, per sperimentare nella nostra vita i segni della sua salvezza.
(Letture: Dt 18,15-20; Sal 94;1Cor 7,32-35; Mc 1,21-28)