IV - Domenica di Avvento

“IL CORAGGIO DEL “SÌ”

Le riflessioni di Papa Francesco

“Se la nascita di Gesù non tocca la vita nostra
– la mia, la tua, tutte – passa invano”

In questa quarta e ultima domenica di Avvento, il Vangelo ci ripropone il racconto dell’Annunciazione. «Rallegrati», dice l’angelo a Maria, «concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù» (Lc 1,28.31).

Sembra un annuncio di pura gioia, destinato a fare felice la Vergine: chi tra le donne del tempo non sognava di diventare la madre del Messia?
Ma, insieme alla gioia, quelle parole preannunciano a Maria una grande prova.

Perché?
Perché in quel momento ella era «promessa sposa» (v. 27).

In tale situazione, la Legge di Mosè stabiliva che non dovevano esserci rapporti e coabitazione.
Dunque, avendo un figlio, Maria avrebbe trasgredito la Legge, e le pene per le donne erano terribili: era prevista la lapidazione (cfr. Dt 22,20-21).

Certamente il messaggio divino avrà riempito il cuore di Maria di luce e di forza; tuttavia, ella si trovò di fronte a una scelta cruciale: dire “sì” a Dio rischiando tutto, compresa la vita, oppure declinare l’invito e andare avanti con il suo cammino ordinario.

Che cosa fa?
Risponde così:
«Avvenga per me secondo la tua Parola»
(Lc 1,38).

Avvenga (fiat).
Ma nella lingua in cui è scritto il Vangelo non è semplicemente un “si faccia”.

L’espressione verbale indica un desiderio forte, indica la volontà che qualcosa si realizzi. Maria, in altre parole, non dice:
«Se deve avvenire avvenga… se non si può fare altrimenti…».

Non è rassegnazione.
Non esprime un’accettazione debole e remissiva, esprime un desiderio forte, un desiderio vivo. Non è passiva, è attiva. Non subisce Dio, aderisce a Dio.

È un’innamorata disposta a servire in tutto e subito il suo Signore.
Avrebbe potuto chiedere un po’ di tempo per pensarci, oppure maggiori spiegazioni su che cosa sarebbe successo; magari porre qualche condizione…
Invece non prende tempo, non fa aspettare Dio, non rinvia.

Quante volte – pensiamo a noi adesso – quante volte la nostra vita è fatta di rinvii, anche la vita spirituale!
Per esempio: so che mi fa bene pregare, ma oggi non ho tempo… «Domani, domani, domani, domani…» rinviamo le cose: lo farò domani; so che aiutare qualcuno è importante…;

«Sì, devo farlo: lo farò domani».
È la stessa catena dei domani…
Rinviare le cose.
Oggi, alle porte del Natale, Maria ci invita a non rimandare, a dire “sì”:

«Devo pregare? Sì, e prego».
«Devo aiutare gli altri? Sì».
Come farlo?

Lo faccio.
Senza rimandare.
Ogni “sì” costa.
Ogni “sì” costa, ma sempre meno di quanto costò a Lei quel “sì” coraggioso, quel “sì” pronto, quell’«avvenga per me secondo la tua Parola» che ci ha portato la salvezza.

E noi quali “sì” possiamo dire? In questo tempo […] facciamo qualcosa per chi ha di meno: non l’ennesimo regalo per noi e per i nostri amici, ma per un bisognoso a cui nessuno pensa!
E un altro consiglio; perché Gesù nasca in noi, prepariamo il cuore: andiamo a pregare. Non lasciamoci “portare avanti” dal consumismo:
«Devo comprare i regali, devo fare questo e quello…».

Quella frenesia di fare tante cose… l’importante è Gesù. Il consumismo, fratelli e sorelle, ci ha sequestrato il Natale.
Il consumismo non è nella mangiatoia di Betlemme: lì c’è la realtà, la povertà, l’amore.
Prepariamo il cuore come ha fatto Maria: libero dal male, accogliente, pronto a ospitare Dio.
«Avvenga per me secondo la tua Parola».

È l’ultima frase della Vergine in questa ultima domenica di Avvento, ed è l’invito a fare un passo concreto verso il Natale.

Perché se la nascita di Gesù non tocca la vita nostra – la mia, la tua, tutte – se non tocca la vita, passa invano.
Nell’Angelus ora anche noi diremo: «Si compia in me la tua Parola».

La Madonna ci aiuti a dirlo con la vita, con l’atteggiamento di questi ultimi giorni, per prepararci bene al Natale.

(dall’Angelus, 20 dicembre 2020)