E l’attesa ricca d’affetto prepara e rende speciale l’incontro.
La Tradizione della Chiesa, attraverso il Magistero dei papi, ha donato ai suoi figli dei saggi consigli per vivere con frutto questo tempo di attesa; sono quelli di sempre, perché le “istruzioni” per una vita felice e piena, resa possibile unicamente dalla presenza del Signore, non cambiano.
Proviamo a individuarne qualcuno.
La sobrietà, che non è la visione negativa di una Chiesa medievale. Piuttosto è l’atteggiamento di chi vigila e pone in secondo piano ciò che non è necessario. Si tratta di non lasciarci stordire e dominare dalle realtà materiali e dalle mentalità superficiali, al fine di disporci verso ciò che è davvero Essenziale. Non tralasciamo di insegnare ai bambini la pratica dei fioretti per far contento Gesù Bambino; questa è scuola di vita!
La preghiera, ricerca di Dio, concretizzata in momenti personali e comunitari trascorsi con Lui, con Maria SS.ma, con lo sguardo ampio rivolto a un mondo che chiede le nostre preghiere. La preghiera è posare lo sguardo sull’ Amore infinito del Signore, e ringraziarlo. Rifiuta la preghiera chi non ha ancora fatto esperienza di tale amore, e, pertanto, non si rivolge e non attende uno sconosciuto. Ma la rifiuta anche chi è preso da altro, chi è dissipato, chi pensa ancora di potercela fare da solo.
C’è, infine, l’amore fraterno. Rafforziamo i legami tra di noi, le amicizie belle e profonde. I rapporti veri si nutrono dell’apertura del cuore, di ascolto, di sostegno reciproco. Non pensiamo subito che siano gli altri a dover fare il primo passo; facciamolo noi per primi, contenti più di aver dato che di essere corrisposti. E se con qualcuno c’è qualche freddezza, riprendiamo a guardarlo in viso. La fraternità si radica in Dio, partiamo da Lui per aprirci agli altri, altrimenti potremmo avere molte conoscenze, molte relazioni, pochi amici e fratelli in Cristo, pochi per cui daremmo la vita.