Infino a tanto che durarono aperti nel Borgo di Loiano le Chiese de’ Minori Osservanti, e delle Terziarie Francescane potè l’antica parrocchia giovare a’ bisogni de’ popoli che per le vie disagiate e impraticabili non vi si recavano tutti, che allorquando vi erano strettamente tenuti.
Soppresse poi le monache, partiti i religiosi, e volgensosene già le chiese ad usi profani, quel zelantissimo Parroco D. Francesco Maria Vivarelli Carini ripensando alla picciolezza della vecchia parrocchia ormai squallida, e cadente, e alla distanza dal Borgo abitato dalla più parte de’ popolani supplicava strettamente all’Eminentissimo Oppizzoni, acciò approvasse il trasferimento della parrocchia nella Chiesa di S. Giacomo già de’ Minori osservanti; e l’Arcivescovo valendosi delle dategli aspostoliche facoltà, e assentendo il Governo, decretava il trasporto della Parrocchia a 26 Novembre 1803 di cui presenti tutte le autorità, si rogava atto solenne ( per Gio. Maria Baccialli not. Bolog.) adì 28 Luglio del 1806.
Conseguitò al traslocamento che la vecchia Chiesa e canonica passarono in podestà del Demanio; e la nuova prese il titolo de’ Ss. Giacomo e Margherita (la cui festa titolare viene celebrata a 20 luglio).
Questa Chiesa venne poi decorata del titolo di Arcipretura, dipendente sempre dalla Pieva di Barbarolo, con decreto del Car. Arciv. Oppizzoni de’ 29 Gennaio 1810.
Chi da Bologna si avvia a Firenze trova in fondo al Borgo di Loiano la fabbrica, che fu già il Convento, offrendosegli di prospetto la facciata della Chiesa il cui fianco si estende lungo la strada, che corre verso Toscana.
Entrando nella maestosa e bene adorna Chiesa, vedesi architettata d’ordine dorico, a volta reale, cogli altari delle bande in Cappelle che si addentrano ne’ muri.
Il primo a sinisitra di chi vi vada è consacrato a S. Francesco Solano; il secondo a S. Margherita V. e M.
Nel primo a destra si venerano molte Sacre reliquie, e nel secondo Maria SS. Del Carmine in bellissima statua di Angelo Piò, chiaro plastico bolognese.
La Cappella maggiore è a volta, dipinta, con vasto coro a semicerchio, e con bel quadro del Gandolfi, in cui si ammirano la B.V. in gloria, S. Giacomo Maggiore, S. Antonio di Padova, e S. Antonio Abate: e nondimeno, scrive il Calindri (Diz. Cor. Vol. II. Art. Loiano) che il quadro del titolare S. Giacomo è del Carracci, e che nella Sagrestia era un S. Famiglia del Gandolfi.
Il meritatissimo Sig. Arciprete D. Pietro Bornisi, che regge esemplarmente questa Cura fin dal 1829, e che ha fatti alla sua Chiesa molti restauri, e abbellimenti, con gran dispendio proprio, e del pio suo fratello Signor Don Carlo fece allargare e ingrandire con due ànditi laterali questa Cappella, essendosi fatta la Chiesa angusta di troppo pel popolo sempre crescente.
Sulla porta d’ingresso è la Cantoria, con buon organo, avendo bella e vasta Sagrestia, che ha due lunghi armadii ai fianchi, e l’altare del fondo allato a cui sono due armadii minori.
Di prospetto alla Sacrestia si apre la Cappella, che contiene una Pietà con figure in terra cotta.
Questa serve di Battistero, ed ha il sacro Fonte di marmo bianco antico, con bassi rilievi di molta eleganza.